In Islanda, come in Amazzonia, in Alaska, nella savana africana o nell’Okawango, l’essere umano è in minoranza. E’ un ospite che deve entrare in punta di piedi, con rispetto e ammirazione.
La natura è imprevedibile ma sempre stupisce per la sua bellezza.
Siamo andati in Islanda per vedere questa terra geologicamente giovane, per apprezzarne i paesaggi, la calma indotta dai contrasti del verde smeraldo dei campi, dal bianco dei ghiacciai e dal nero della roccia vulcanica.
Una volta arrivati abbiamo scoperto che l’Islanda è la rappresentazione della natura: la terra è viva, fuma, si muove, ribolle fa sentire la sua forza superiore e indomabile. Quasi un monito per far capire che la dobbiamo rispettare e custodire.
Abbiamo visto la danza delle balene nel mar glaciale artico. Una danza perfetta, un nuoto sincronizzato per farci capire che non siamo gli unici esseri pensanti e capaci di organizzarci.
Abbiamo visto le rocce e i ghiacci modellati in splendide sculture grazie all’erosione del vento e dell’acqua, per farci capire che gli uomini non sono gli unici che possono realizzare cose meravigliose.
L’acqua, il fuoco, l’aria, la terra: tutti gli elementi si uniscono e si completano creando un’isola unica e straordinaria.
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