ALASKA la terra dei ghiacci.

Alaska significa “Grande Paese” ed è nota come la terra dell’ultima frontiera.

I fiumi, le foreste e i ghiacciai sono incontaminati e la rara fauna selvatica regala forti emozioni. E’ possibile incrociare orsi nella loro quotidianità a caccia di salmoni reali.

Nelle acque pure si apprezzano le evoluzioni delle balene nel loro habitat e orche assassine che insegnano i loro piccoli a nuotare.

Non mancano leoni marini che lottano tra loro o giocano con le onde. Ma anche aquile, gabbiani e i simpatici puffins che decorano il cielo.

Sullo sfondo il maestoso Monte Denali svetta tra le nuvole a ricordare che è il picco più alto del Nord America oltre ad essere il monte più freddo del mondo.

PILLOLE DI VIAGGIO

Anche in Alaska ci sono quattro stagioni: Giugno, Luglio, Agosto e l’Inverno!

Il nostro itinerario:

In auto: Anchorage – Denali NP – Soldotna – Homer – Seward – Whittier (2.012 Km)

In navigazione da Whittier: – Ghiacciaio Hubbard – Icy Strait Point – Juneau e Ghiacciaio Sawyer – Skagway – Ketchikan – Inside Passage – Vancouver (3.200 Km).

Anchorage

Tutti la considerano la capitale dello Stato dell’Alaska ma in realtà la capitale è Juneau di cui parleremo dopo.

Anchorage è una città strana: piccola se rapportata alle città americane che abbiamo in mente ma immensa rapportata al predominio della natura che la circonda. Anche lo skyline sembra molto più simile a quello di una nostra città di provincia che non alle altitudini di cemento degli USA. E’ un piccolo agglomerato fantasticamente incastonato tra le montagne e il fiordo del Cook Inlet.

E’ una città molto semplice dove si trova tutto anche se sembra di essere lontani dalla civiltà. Gli stessi bar, ristoranti, negozi sembrano rimasti agli anni settanta con eccezione di qualche sporadico locale come l’universalmente identico Hard Rock Cafè.

Downtown è racchiusa in un quadrilatero delimitato dalla 3rd Avenue, la A street, la 6th Avenue e la L street. La A street è la strada che delimita anche tutto ciò che è a desta o a sinistra, o meglio, a est o a ovest. In sostanza il vero centro della città.

In questo quadrilatero si trovano le maggiori attività, le informazioni turistiche, le società di escursioni, un centro commerciale, i giardini pubblici che durante i fine settimana si riempiono di iniziative o mercatini accompagnati da baracchini di street food dove la specialità sono gli hot dog di renna.

Grazie alle sue dimensioni limitate, viaggiare in centro o parcheggiare non è assolutamente un problema sia a pagamento con i parchimetri, sia a sosta libera.

Anchorage è anche il punto di partenza della mitica IDITAROD, la corsa con cani da slitta che parte dall’incrocio tra 4th avenue e la D street e arriva dopo 1.868 Km a Nome. Tutto ebbe origine nel 1925 quando a seguito di un’epidemia di difterite scoppiata a Nome, occorreva velocemente raggiungere la città con le necessarie medicine. Il maltempo aveva  bloccato sia le strade che i porti e quindi non rimaneva che la tradizionale slitta trainata dai cani. Si improvvisò una staffetta e in quella occasione diventò leggendario il cane Balto e il suo musher Leonhard Seppala che percorsero l’ultima tratta. L’impresa che fu compita in soli 5 giorni dalla partenza!

Da allora ogni primo sabato di marzo si tiene la Iditarod Trail Sled Dog Race (the last great race) una gara per cani da slitta che ripercorre la medesima distanza tra Anchorage e Nome (negli anni pari e viceversa negli anni dispari) in dieci giorni e la cui unica regola è andare più forte, giorno e notte.

Ci sono 27 tappe dove occorre firmare un registro ma non è obbligatorio fermarsi tranne che in tre soste (una da 24 ore e due da 8 ore). Per il resto si può correre sempre. Per vincere occorre fermarsi il meno possibile ed avere i cani migliori. Per questo vengono preferiti il Siberian Husky, l’Alaskan Malamute e il Canadian Inuit che sono i più forti per resistenza alle basse temperature e predisposizione agli sforzi fisici prolungati. Negli ultimi anni a tutela degli animali gli organizzatori hanno aumentato i controlli sui cani effettuando analisi cliniche preventive e durante la corsa per verificarne l’antidoping. Inoltre sono aumentati i punti di assistenza veterinaria ad ogni tappa.

Al punto di partenza dell’iditarod c’è una bella statua di bronzo di Balto a ricordo dell’impresa che compì quasi un secolo fa.

Un’altra particolarità di Anchorage è il creek river, il fiume che passa in città e che prima di tuffarsi nel fiordo offre alla popolazione locale lo spettacolo dei salmoni che risalgono la corrente. E’ impressionante vedere le acque rese limacciose dalle quantità di salmoni reali che si dimenano per percorrere contro corrente la salita. Ed è impressionante vedere gli impiegati degli uffici che durante la pausa pranzo si infilano gli stivali e in composte file sfoderano la canna da pesca e si mettono a pescare.

Poco distante dal Creek River c’è la casa dell’Ulu il tipico coltello degli Inuit che ricorda una piccola mezzaluna che è utilizzato per pulire gli animali, tagliare i capelli, spezzettare il cibo ma può essere usato anche come arma e se necessario per tagliare quadrotti di ghiaccio.

Denali NP

Il parco è ampio e all’interno di esso c’è un’unica strada percorribile autonomamente solo per 14 ml delle 96 totali. Dopo si deve prendere un tour bus o fare le tappe con un pulmino. Di tour bus ce ne sono quattro, ma solo due valgono la pena: il Tundra (120$ 7,5 h) o il Kantishna (165$ 12h). L’ideale sarebbe prendere un tour fino al Wonder lake vicino a Kantishna da dove si può vedere, tempo permettendo, il McKinley riflesso nell’acqua. Si può evitare Kantishna che non dice niente. La zona migliore del parco per vedere l’orso è tra Toklat river e Eielson. Invece per i caribou e gli alci i punti migliori sono Tetlanika river e Polycrome.

Il vero problema del Denali è la distanza da Anchorage. Ci vogliono circa 5 ore d’auto e  in più, da Talkethna al Denali (ca. 150 ml- 225 km), ci sono solo pini, larici e montagne. Occorre prevederlo per la benzina considerando anche che al Denali costa 1$ in piu al gallone. Bisogna prestare attenzione anche per la cena. Infatti il primo centro abitato è Nenana (carissima!) con quattro case e cinque negozi che dopo le 20 chiudono.

Turnagain arm.

Nel 1778 James Cook stava navigando per cercare il passaggio a nord-ovest quando, solcando per questi mari, scoprì che un fiordo era senza uscita e dovette tornare indietro. Quel fiordo venne chiamato Turnagain Arm.

La Seward Highway costeggia gli 80 km del Turnagain Arm da Anchorage fino a quando la baia diventa la penisola di Kenai. Costeggiando questo braccio di mare si possono ammirare paesaggi spettacolari. In particolare meritano una sosta Beluga Point, Bird Ridge e Girwood. Queste località non sono note solo per gli spettacolari panorami ma sono anche i punti migliori per ammirare la mitica onda di marea.

La Tidal Bore è una marea con onde di 2-3 metri di altezza e che viaggiano ad una velocità fino a 25 km/h. Si formano tipicamente in un fiume o in un fiordo molto stretto quando il fronte di una marea forma delle onde che scorrono sopra una corrente che va in senso inverso.

Prima di partire informatevi per gli ORARI DELLE MAREE.

Arrivati in fondo al Turnagain Arm meritano una deviazione il Portage Glacier e il Portage Lake.

Kenai penisula

Dopo Portage inizia la Kenai Penisula ed inizia uno spettacolo nuovo fatto di torrenti turbolenti ricolmi di salmoni, di laghetti che fanno da specchio ad impetuosi ghiacciai e splendidi panorami con vulcani in attività sullo sfondo.

Poco prima di Cooper Landing la Highway si divide in due: la Seward Hwy prosegue ovviamente fino a Seward, mentre la Sterling Hwy attraversa tutta la penisola e arriva fino a Homer detta “The Land’s End”. Percorrendo la Sterling si incontrano alcune piccole cittadine: Kenai con un vecchio retaggio russo, Soldotna e Ninilchick, fantastica durante il lungo tramonto con la bella silhouette dei vulcani.

Soldotna è la capitale della pesca al salmone grazie alla vicinanza al Kenai River, uno dei fiumi più pescosi al mondo. Altra attrattiva di questa tranquilla cittadina sono le escursioni al Parco di Katmai e al Lake Clark per vedere gli orsi.

Tra le varie proposte abbiamo scelto quella di TALON AIR che offriva il miglior rapporto qualità/prezzo. Considerando che si tratta di un’escursione particolarmente costosa, è bene considerare questo fattore.

Si parte al mattino presto da Soldotna con un idrovolante e sorvolando per circa un’ora il Cook Inlet si ammirano splendidi ghiacciai con piccoli laghetti azzurri e pianure disegnate dai fiumi. Dopo una serie di virate panoramiche si arriva a Lake Clark ammarando sul lago. Si sale su piccole imbarcazioni e  si raggiungono piccole spiaggette popolate da Orsi bruni (Grizzly e Kodiak). Quando a poca distanza vedi arrivare questi pachidermi di pelo l’emozione è tantissima ed è tale che anche il timore istintivo del pericolo latente scompare e viene sopraffatto dalla voglia di immortalare in una foto quel momento magico offerto dalla natura. Un’esperienza unica e che da sola vale il viaggio.  Vedi AVVENTURE ED EMOZIONI

Seguendo sulla Sterling Highway, Homer merita di essere vista poiché sembra di essere veramente arrivati all’ultima frontiera. Homer è la capitale mondiale della pesca all’halibut e di questo primato non nascondono il loro orgoglio. Poco prima di entrare nel villaggio si giunge ad un punto panoramico: montagne, picchi bianchi, ghiacciai e il famoso “Homer Spit”, una lunga striscia di terra che si estende nella bellissima baia sul mare cobalto. Paradiso dei pescatori di halibut e di salmoni, la laguna è detta “Fishing Hole”. In fondo alla Spit un cartello ci avvisa che la terra è finita: Land’s End a testimoniare che l’impressione è diventata realtà. La strada che percorre lo spit è costellata di piccoli ristorantini la cui specialità è ovviamente l’halibut cucinato in tutti i modi possibili. L’unica avvertenza è quella di non fare troppo tardi poiché alle 21 chiudono la cucina. Tra l’altro il rischio di perdere la cognizione del tempo in estate è altissimo dato che c’è luce fino verso le 23 dopo di che inizia una tenue penombra e solo tra le 2 e le 4 c’è il buio che conosciamo noi.

Arrivati in fondo alla Kenai Penisula o si torna indietro o ci si ferma e si prende un’altra incredibile escursione agli orsi sfruttando la relativa distanza all’isola di Kodiak e a Katmai (suggeriti i tour di HOMER AIR.

Risalendo sulla Sterling Hwy e riammirando le bellissime montagne riflesse nei laghetti ricolmi di pesce, si gira a destra per andare verso Seward. Passato il Mouse Pass, c’è l’Exit Glacier, un ghiacciaio facilmente raggiungibile in macchina e con una passeggiata non impegnativa di 800 m. E’ incredibile vedere il fronte del ghiacciaio proprio in fronte a noi, ma è ancora più impressionante rendersi conto di quanto si è ritirato il ghiacciaio a seguito del surriscaldamento terrestre. Basterebbe questo a farci riflettere sulle nostre abitudini!

A 16 Km si arriva finalmente a Seward, città dinamica ed attiva con negozietti‎, bei locali e attrazioni. Abbiamo fatto l’escursione con KENAI FJORDS tours per vedere il Northester fjord ed è stata una delle migliori escursioni del nostro viaggio in Alaska.

Appena partiti abbiamo potuto ammirare da vicino una coppia di bellissime aquile (bald eagle simbolo degli Usa) e alcune sea otter che si facevano cullare sull’acqua a pancia in su. Poi abbiamo incrociato le orche e le balene con le loro evoluzioni. Siamo passati vicini ai leoni marini e alle foche e in fine siamo entrati nel Northestern Fjord dove lo spettacolo è arrivato al culmine con il distacco di blocchi di ghiaccio (carving). Abbiamo potuto ammirare questo spettacolo della natura con tanto di stridore, fragore e onda anomala.

Occorre prendere il tour di nove ore e andare fino al fiordo piu lontano. Con quelli piu brevi non si vedono i ghiacciai piu grossi e soprattutto si hanno meno chance di avvistare gli animali. Bellissimo, lo rifarei una volta al giorno.

Ritornando verso Anchorage, poco prima di Portage si riprende la deviazione per il Portage Glacier e costeggiando il lago ci si può dirigere verso l’Anton Anderson Memorial Tunnel, l’unica strada di accesso a Whittier. Questo tunnel è a senso unico, apre ogni ora alla mezza per andare a Whittier e all’ora per uscire. Costa 12$ e si cammina per 4,5 miglia sui binari del treno.

Whittier offre poco se non la partenza verso il Prince Williams Sound. Parco molto bello con 26 ghiacciai di cui 3 avvicinabili. Uno in particolare (Surprise Glacier nell’Harriman fjord) è bellissimo.

La gita 26 glacier della PHILIPS CRUISE è troppo grande e troppo frequentata e fa perdere tutta la bellezza dei luoghi. Occorrerebbe qualcosa di più piccolo e di meno frequentato di un catamarano iperturistico pieno di gente il cui unico scopo è bere e schiamazzare. Tuttavia non credo che si possa raggiungere il Surprise senza un veloce mezzo e probabilmente l’alternativa migliore è sempre quella di Philips chiamata Quest che si avvicina ai ghiacciai.

Da Whittier si può prendere l’Alaska Marine Higway, ovvero l’autostrada marittima dell’Alaska. In effetti l’Alaska è un territorio aspro e inospitale per molti mesi all’anno. L’inverno è rigido e spesso le vie di comunicazione sono impraticabili o molto lente. Non a caso gran parte delle città si sono sviluppate lungo le coste e sono facilmente collegabili proprio dalla ALASKA MARINE HIGHWAY che non è nient’altro che un’imponente sistema di traghetti che collegano tutte le località portuali del paese, giungendo ad ovest fino alle estreme isole Aleutine e a est fino alle porte di Vancouver.

Dirigendoci verso est abbiamo visitato:

Hubbard Glacier

E’ imponente! Ha una estensione di 122 km e si stima che il suo movimento permetta al ghiaccio di raggiungere il mare in 400 anni. Ha un fronte di oltre 10 km e un altezza tra i 100 e i 150 metri. Avvicinandoci al fronte si percepisce il suo movimento. I suoi suoni sordi e i suoi scricchioli lo rendono vivo e, all’improvviso, si staccano imponenti blocchi di ghiaccio che piombano in acqua creando dei piccoli tsunami.  Fantastico!

Hoonah (Icy strait point)

Veramente insignificante. Il paesino composto da quattro case non ha nulla di particolare. Icy strait point, un attracco privato con ricostruzione di un vecchio scattolificio di salmone dismesso, ha il sapore del falso. Si mangia tuttavia un grande crab soup ed è immerso in un panorama bellissimo. E’ la base per visitare il Glacier Fjiord.

Juneau

E’ la capitale dell’Alaska ed è bellissima, adagiata in un contesto naturale particolare, incuneata in un fiordo con le montagne incombenti. E’ l’unica capitale al mondo non raggiungibile in auto.

Ha un bellissimo ghiacciaio – il Mendenhall – che si può vedere facilmente a cinque minuti dal centro. Ha una baia – Auge Bay – da dove partono le barche per il whale watching e dove la balene sono cosi tante che ti garantiscono di vederle.

In effetti abbiamo visto decine di orche, alcune che giocavano, e di megattere che facevano ogni sorta di evoluzione, compreso il Blow-up feeding: le balene s’immergono, formano delle bolle di aria sotto i banchi di pesce in modo da farli risalire in superficie e poi riemergono a bocca aperta per inghiottirli.

Da Juneau sono diverse le escursioni che si possono fare. Il paesino è bello con la via principale ancora stile ultima fontiera e con alcuni locali (Red Dog Saloon) ancora in stile e con cameriere in abiti d’epoca.

Skagway

E’ la vera città di frontiera che ti aspetti di vedere.

La via principale – la Broadway – è rimasta com’era 150 anni fa, chiaramente trasformata in commerciale. Da non perdere il vecchio bordello Red Onion Saloon ancora in stile e con le cameriere in costume.

Molto carino anche il trenino che porta al WHITE PASS e nello Yucon. Se ci si ferma al White Pass non serve il passaporto, se si va oltre si entra in Canada e occorre portarlo. Si vedono panorami particolari, si passa su ponti improbabili ripercorrendo i sentieri dei cercatori d’oro che cercavano fortuna durante la gold rush. Andata e ritorno dal passo in tre ore.

Ketchican

E’ la capitale mondiale del salmone. Lo dice un cartello appena si arriva e lo vedi dalle sue acque brulicanti di pesci. E’ anche una delle citta’ piu’ piovose al mondo.

Particolare la creek street che era il vecchio quartiere a luci rosse con la Dolly’s House, ora museo.

La città e’ un grosso centro commerciale con cose particolari ed interessanti, tipicamente il salmone. Nelle vicinanze si possono andare a vedere i Baribal, gli orsi neri, che pescano il salmone sul Nana creek. Spettacolari!

Inside passage

E’ il tratto di mare che porta a Vancouver. Fatto con il sole è uno spettacolo della natura. Ci sono isolotti da ogni parte e in alcuni angoli puoi vedere foche, balene e orche.

Vancouver

E’ una città strana. Ti aspetti di vedere una città pulita e ordinata e invece abbiamo trovato sporcizia, disordine urbanistico e povertà ad ogni angolo.

Sicuramente bellissimo lo Stanley Park, un polmone di verde meraviglioso in piena città. Interessante anche il quartiere di Gastown con l’orologio a vapore ma guai ad andare oltre la Carrall street anche di giorno: barboni accampati ovunque e degrado evidente.

Uniche vie interessanti sono la Robson dalla Burrard e la Granville. Interessante è vedere anche la Granville Island. Il waterfront è una vera delusione.

Molto valide invece le escursioni per vedere le balene sull’isola di Vancouver in prossimità di Tofino. L’ideale è noleggiare una macchina sull’isola e percorrere l’unica strada facendo le diverse diramazioni per visitare la costa e non ultimo Victoria, la capitale della British Columbia. I traghetti per Victoria partono da Surrey a sud di Vancouver.

Per dormire occorre stare sulla Robson dall’incrocio con la Burrad fino a Stanley Park.